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Mens sana in corpore sano
Psicologia-e-sport

Mens sana in corpore sano, una mente sana in un corpo sano.

Sempre più atleti, mostrano agli occhi di tutti coloro che li seguono e a chi segue lo sport in generale, come questa locuzione latina sia ancora attuale, nonostante i secoli, ai giorni d’oggi.

Gli atleti di oggi ci mostrano come sempre di più, una dura preparazione fisica debba essere sistematicamente e obbligatoriamente affiancata da un’altrettanta dura e faticosa preparazione psichica.

Solo per citare alcuni dati di fatto, è la medaglia d’oro vinta dal nostro concittadino livornese, Aldo Montano ai Mondiali di Catania, in cui nell’intervista ha ringraziato, il collega, il Dott. Giorgio Nardone, per averlo affiancato nella preparazione da dopo la debacle parigina.

Un altro esempio può essere offerto dalla campionessa di nuoto Federica Pellegrini, che per colpa degli attacchi di panico ha visto in difficoltà la sua carriera.

Purtroppo i problemi psicologici non sono sempre localizzabili come una frattura o una storta, quindi gli atleti, si trovano a dover affrontare una doppia gara: una contro gli avversari, l’altra, ben più ardua, contro le loro proprie paure, avendo a che fare con qualcosa che non vedono ma che percepiscono molto bene.

Quindi la psicologia dello sport, si pone l’arduo obiettivo di studiare l’azione umana e i rapporti interpersonali all’interno del contesto sportivo. Gli studi in questo settore hanno permesso di comprendere in maniera approfondita gli aspetti psicologici connessi al fenomeno atletico, di migliorare le metodologie di allenamento e i metodi di insegnamento dello sport stesso.

La psicologia e in particolare la psicologia dello sport, ha la capacità quindi di poter “fotografare” la situazione di un atleta nel qui ed ora e di formulare una prognosi di intervento, nell’ipotesi se ne presenti un reale bisogno, con il fine di aiutare lo sportivo ad affrontare al meglio le proprie gare atletiche e “gare psichiche”.

Per riuscire in questa impresa lo psicologo o la psicologa non possono esimersi dal lavorare in equipe con tutti quei professionisti che orbitano intorno all’atleta, affinché si possa riuscire a perseguire l’obiettivo ultimo di “mens sana in corpore sano”.

JP

 

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