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Maternity blues e depressione post-partum
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In seguito alla nascita di un bambino può capitare che la donna non si senta così felice come pensava di essere e possa sentirsi invece triste senza motivo, irritabile, incline al pianto e inadeguata verso i nuovi compiti che la attendono.

Con la nascita del piccolo, infatti, la vita della donna, e non solo della donna, cambia drasticamente, la stanchezza e la mole di lavoro che il piccolo comporta, nonché i postumi del parto possono farsi sentire e incidere negativamente sul tono del suo umore.

Come sappiamo la nascita di un figlio rappresenta un evento critico per la coppia che deve saper ridefinire la propria identità per poter integrare alla componente coniugale anche quella genitoriale , legame genitoriale che, a differenza di quello coniugale, è indissolubile.

Già durante i nove mesi di gravidanza la presenza del bambino induce la coppia verso alcune trasformazioni che stimolano i genitori a creare uno spazio fisico ed emotivo per introdurre il nuovo arrivato all’interno del sistema familiare.

Con la nascita e l’arrivo a casa tutto quello che fino a quel momento la donna aveva solo pensato diviene realtà e spesso questa realtà non è così controllabile come credeva prima del lieto evento.

Le ricerche affermano che circa l’80% delle madri vive un disturbo dell’emotività, uno stato depressivo temporaneo che si presenta la prima settimana dopo il parto. Questa condizione chiamata maternity blues o baby blues, al di là del nome quasi musicale, non va sottovalutata perché in una percentuale di donne può trasformarsi in vera e propria depressione.

La maternity blues è uno stato temporaneo di alterazione dell’umore, strettamente collegato ai cambiamenti ormonali del post-parto, che si manifesta con pianto, sfiducia in se stesse, umore depresso e ansioso, e che generalmente scompare nel giro di pochi giorni, è quindi transitoria e non compromette il funzionamento.

Non si può invece dire questo della depressione post-partum. Quest’ultima infatti è una condizione ben più seria con esordio nelle 4 settimane dopo il parto i cui sintomi sono di entità maggiore rispetto a quelli del baby blues.

Se nei primi giorni dopo il parto la neo mamma presenta una sintomatologia collegabile allo stato di maternity blues risulta di fondamentale l’intervento dei familiari che con il loro sostegno possono aiutare la donna a superare i primi giorni in cui può sentire un senso di inadeguatezza, umore labile, tristezza e mancanza di concentrazione.

Non si deve invece trascurare o sottovalutare la persistenza dei sintomi (eccessiva preoccupazione, irritabilità, difficoltà nel prendere decisioni, umore depresso, perdita di piacere nel fare le cose, disturbi del sonno e dell’alimentazione) che possono cronicizzarsi sfociando in una vera e propria depressione post-partum riducendo così la possibilità di sviluppare una buona sintonia con il bambino cosa che aumenta il disagio e complica la soluzione del quadro depressivo.

In questi casi risulta fondamentale, oltre al già citato sostegno dei familiari, l’aiuto di un esperto che possa accogliere e trattare la sintomatologia e i sentimenti di colpa e vergogna che spesso l’accompagnano.

Nella depressione post-partum è infatti probabile che la donna senta il bambino come un peso e si senta inadeguata nella sua cura pensando di essere una madre incapace e di non riuscire a comprenderne i bisogni sintonizzandosi emotivamente con lui.

Il riuscire a chiedere aiuto in questa situazione non deve essere visto non come una disconferma delle proprie capacità di mamma ma piuttosto il contrario, farsi aiutare risulterà il primo passo per stare meglio con il proprio bambino.

 

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