Che cosa ci aspettiamo da un medico? Che ci guarisca, certo. Ma non soltanto. Che ci aiuti a sentirci meglio anche, e soprattutto quando non può guarirci. E ad affrontare momenti difficili per noi e per i nostri cari. Frequentemente però l’aspetto comunicativo è trascurato in ambito sanitario.
Ricerche importanti mostrano come il benessere psicologico influisca sul benessere e come una buona comunicazione tra medico e paziente possa migliorare la qualità delle cure, intese come soddisfazione, adesione ai trattamenti ed esito finale. Un tempo la relazione medico paziente si basava sull’autorevolezza del sanitario, le cui decisioni non si discutevano. Come se parlare col paziente non servisse, ma bastassero solo tecniche e specialisti. Ma la diffusione di malattie croniche, i ripetuti fallimenti, portano all’emergere della considerazione degli aspetti soggettivi, il modo in cui la malattia modifica il vissuto del paziente. La percezione individuale di malattia, non contemplata all’interno dell’approccio biomedico, è una variabile invece da tenere in considerazione. Il paziente ha competenze su di sé, sulle sue paure, sulla sua storia ed ha cognizioni sulla propria malattia. È questa la nascita della medicina narrativa, che consente di esplorare il mondo del paziente e completare l’anamnesi. Questo consente di instaurare un rapporto paritario tra medico e paziente. Ci sono problemi che il medico non è tenuto a risolvere, ma che non può ignorare.
Fondamentale è poi usare un linguaggio chiaro e comprensibile. Chiedere al paziente di descrivere il proprio malessere, invece di elencare sintomi ai quali egli può rispondere con si o no.
Un buon dialogo riduce la conflittualità e aumenta sensibilmente la compliance, ossia l’adesione al trattamento prescritto. Il “si fa così e basta” ha fatto il suo tempo. Un medico che sa accogliere e usare il vissuto del paziente è la prima medicina. Per fare un buon colloquio non serve più tempo che per farne uno cattivo.
Bibliografia
Anolli, L. (2002). Psicologia della comunicazione. Bologna: il Mulino.