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Quando il lavoro diventa un incubo
mobbing

In questo periodo di forte crisi lavorativa, in cui chi lavora è da considerarsi un “privilegiato”, c’è chi può invece pensare che il proprio lavoro sia un vero e proprio incubo. La persona in questione potrebbe essere vittima di mobbing.

 

Il termine “mobbing” deriva dall’inglese to mob che significa “accerchiare qualcuno, assalirlo con intenti non proprio pacifici”. L’etologo K. Lorenz fu il primo a parlare di mobbing, quando descrisse il comportamento ostile e aggressivo che assumono alcune specie di uccelli per escludere dal gruppo un loro simile.

 

Mobbing indica una situazione di conflitto sul luogo di lavoro, caratterizzata da atti offensivi e persecutori, perpetrati sistematicamente ai danni di un lavoratore, tale da determinare un danno alla salute psicofisica della vittima. La vittima del mobbing subisce una vera e propria strategia di terrorismo psicologico in ufficio. Può colpire ogni tipo di lavoratore, anche i migliori e i più produttivi, con attacchi violenti o persecuzioni subdole. I suoi effetti possono arrivare alle estreme conseguenze di depressione e suicidio e i suoi costi sociali ne fanno un fenomeno davvero preoccupante. Ad oggi, per la forte situazione di crisi lavorativa presente (a Livorno il tasso di disoccupazione è del 9% – Istat 2013, http://dati.istat.it/?queryid=298 ), il fenomeno può passare più “sotto soglia” ma è importante che chi anche solo ha il dubbio di subire mobbing non si faccia intimorire dalla paura di perdere il posto di lavoro. Le conseguenze sulla salute psico-fisica possono essere ben più gravi…

 

Come si riconosce il mobbing?

Per parlare di mobbing dobbiamo constatare l’esistenza di alcune caratteristiche come la durata e l’intensificarsi delle ostilità nel tempo. Sul posto di lavoro, alcuni dei meccanismi più frequenti sono sostanzialmente:

 

• PETTEGOLEZZI E CALUNNIE SUL LAVORATORE

• CONTROLLO OSSESSIVO SU TELEFONATE , FOTOCOPIE ED ALTRE OPERAZIONI DI ROUTINE

• BOICOTTAGGIO DELL’ATTIVITA’ LAVORATIVA

• RETRIBUZIONE INFERIORE ALLE CAPACITA’ E ALLE MANSIONI DEL LAVORATORE

• DEMANSIONAMENTO E ASSEGNAZIONE DI COMPITI UMILIANTI

• CRITICHE CONTINUE E INFONDATE

• SANZIONI AMMINISTRATIVE O DISCIPLINARI ECCESSIVE

• PROVOCAZIONI, MINACCE E ANCHE MOLESTIE SESSUALI

 

Come difendersi da tutto ciò?!

Sentendosi continuamente criticata e svalutata è facile che una persona perda la propria sicurezza, la propria autostima, iniziando a dubitare anche della propria competenza. Il continuo rimuginare su ciò che è accaduto provoca un aumento degli errori in una spirale che può sembrare senza uscita. Difendersi dal mobbing è possibile identificando subito la situazione e cercando di prendere subito le distanze senza cadere nella trappola dei sensi di colpa. Occorre trovare il coraggio di parlarne per ritrovare il proprio equilibrio psicologico, recuperare energie e informarsi per elaborare una possibile strategia d’azione. Chiedere aiuto e avere un punto di vista esterno, di un professionista, permette di capire innanzitutto se la preoccupazione sia giustificata o meno. Inoltre sul territorio nazionale esistono associazioni private o sportelli mobbing, presso i quali è possibile usufruire di servizi informativi nonché conoscere le possibili vie legali da intraprendere per l’eventuale richiesta di risarcimento conseguente all’accertamento del danno subito.

 

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