Sono scalfite nella mia mente le immagini degli occhi gonfi di lacrime di gioia e del dolce sorriso di molte persone a me care quando veniva comunicato loro che a breve sarebbero diventati nonni.
Diventare nonni, un nuovo ruolo da ricoprire che non sempre è immediato e privo di scosse. La felicità di potersi sperimentare di nuovo con un cucciolo d’uomo in una fase della vita in genere più rilassata necessariamente richiede un riassesto degli equilibri familiari. Il nuovo arrivato o la nuova arrivata hanno due genitori ed è a loro che i nonni passerrano il testimone di una genitorialità di cui loro hanno già fatto esperienza e che dovranno sostenere cercando di mantenere il giusto equilibrio tra sostegno e non sostituzione.
Anche le immagini del nonno e della nonna si sono modificate di pari passo con le trasformazione della società. Se come dicono tutti non ci sono più le mezze stagioni potremmo anche dire che i nonni di oggi non sono più quelli di una volta! Più precisamente a parità di età sembrano meno vecchi di una volta! I nonni di oggi sono più attivi, hanno una vita più piena e ricca di interessi, sono più aperti al rapporto con gli altri e alle trasformazioni, meno legati alla tradizione. Sono infatti maggiormente abituati ai cambiamenti, curano il corpo e l’abbigliamento e, fino a che il fisico gli sostiene continuano a condurre una vita dinamica. Guidano l’auto, salgono su treni ed aerei, viaggiano, usano il telefonino, inviano e-mail , mantengono vive le relazioni sociali, cercano di essere meno dipendenti possibile dai figli e soprattutto, non pensano di essere vecchi, semmai si considerano degli adulti maturi. Tutte queste caratteristiche gli rendono una risorsa per i propri figli ma soprattutto per i nipoti che stanno per arrivare.
E nel momento in cui quel bambino o quella bambina rivolgeranno prima il loro sguardo, poi il loro sorriso ed infine le loro parole a quel nonno o a quella nonna che spesso non hanno più i capelli bianchi ma che comunque incarnano il ruolo di memoria storica familiare, un albero a cui è attaccata la vela che offre una direzione, in quel momento è come se ci fosse un passaggio di testimone tra quello che è stato, da cui non si può prescindere, e quello che sarà , un uomo e una donna diversi da chi gli ha preceduti ma con una storia che fa sperimentare appartenenza.
Ed è per questo che amo i nonni, per le storie che hanno da raccontare, per gli occhi con cui ti fanno vedere il mondo, perché spesso riorganizzano e danno significato a parti di noi che sembravano lontane. La fretta e la frenesia del nostro tempo spesso ci portano ad ascoltarli meno, a prestarli meno attenzione, a rimandare. L’invito è di godere tutti figli, figlie, nuore, generi e nipoti della compagnia e dell’ascolto di colui e colei da cui è cominciata la nostra storia.