Oggi vorrei trattare un tema molto citato un po’ da tutt* ma, a mio avviso, non sempre adeguatamente nominato: l* psicolog* di genere (l’asterisco non è casuale ma dettato dalla grammatica di genere, la parola asteriscata si legge al maschile e al femminile).
Sempre più spesso nel lavoro mi capita di incontrare collegh* che affrontano il tema delle differenze di genere senza aver fatto un percorso di profonda consapevolezza su chi sia l* psicolog* di genere.
Ma cosa è il genere e chi è un* psicolog* di genere?
Come sempre la lingua italiana può venire in aiuto per comprendere di cosa stiamo veramente parlando.
Secondo il Dizitaliano del Corriere della Sera, l* Psicolog* è: “chi comprende il carattere delle persone e sa rapportarsi ad esse con sensibilità”. Dal punto di vista professionale un* psicolog* è in grado di “fotografare” una persona in un dato momento, in un preciso istante, ”hic et nunc” e sulla base di questa foto,è in grado di fare ipotesi su quale potrà essere lo “scatto successivo”.
Il genere (come afferma Nadia Muscialini nel libro: “Di pari passo. Percorso educativo contro la violenza di genere”, edito in settenove) è: la costruzione culturale che attribuisce a maschi o femmine caratteristiche, modelli di relazione, ruoli, aspettative, vincoli, opportunità e capacità diverse. Gli stereotipi di genere definiscono ciò che pensiamo debbano essere o ciò che riteniamo debbano essere i comportamenti adeguati per i maschi e le femmine.
Bene! Cosa ci facciamo adesso con queste definizioni?
All’utente può interessare questa “roba”?
Come psicologo, psicoterapeuta e mediatore familiare, credo che tutta questa “roba” sia importante soprattutto per una persona che si rivolge a un* professionista della psiche, che paga e che si trova a lavorare sulla sua testa! Ne va della sua salute mentale!
Nella ipotesi in cui dobbiate rivolgervi a un* professionista della mente, la domanda è verso quale vi orientate: “Uomo o Donna”?
Importante domanda da non sottovalutare… Ci avete mai pensato?
Le differenze di genere, che talvolta siamo abituati a percepire come limiti, si possono scoprire come risorse. Un* utente potrebbe trovarsi meglio a confrontarsi con un uomo piuttosto che con una donna o viceversa.
Passaggio da non sottovalutare, quando si tratta di spendere dei soldi e del tempo da un* professionista della mente, soprattutto con l’obiettivo di raggiungere un miglior benessere.
Lo Studio Con. Te. – Consulenza e Terapia fin dalla sua nascita ha adottato un’ottica di genere, basti pensare che quando una coppia o una famiglia si rivolge al nostro Studio, viene accolta, da una coppia di professionisti: un maschio e una femmina. Scelta non solo dettata dal desiderio di offrire un valore aggiunto ai nostri servizi ma anche dal fatto di favorire nelle persone un rispecchiamento di genere e una messa in discussione del maschile e del femminile, evitando quindi di incappare in stereotipi di genere e piuttosto favorendo la valorizzazione della differenza di genere.
“Si dottore ma non sto capendo, cosa significa? Cosa ci incastra questo con me e i miei problemi”?
Talvolta quando ricorriamo a un* professinoista della psiche, non sappiamo che certi tipi di problematiche possono trovare le loro profonde radici in una cultura d’appartenenza che attribuisce a maschi e femmine caratteristiche, modelli di relazione, ruoli, aspettative, vincoli, opportunità e capacità diverse che possono entrare in conflitto con il sentire e che fanno nascere un “malessere”.
Ecco perché è necessaria la figura di “psicolog* di genere“, un* professionista che in primis, si è interrogat* sull’idea di “maschio nella società d’oggi” e di “donna nella società d’oggi”, mettendo in discussione gli stereotipi di genere e interrogandosi sul loro profondo significato, sulla loro ricaduta sulle persone. Un* professionista che si sia mess* in discussione prima come persona e poi come professionista. Un* professionista sensibile anche a questo tipo di tematiche, che sappia individuarle, riconoscerle, affrontarle essendo psicolog* di genere.