L’adolescenza può essere definita come un periodo critico sia per il giovane, protagonista principale, sia per la famiglia che si trova a vivere tale fase appunto. I rapporti spesso si incrinano: da una parte le ansie dei genitori aumentano,dall’altra il desiderio ed il bisogno dei figli di muoversi con le proprie gambe e fare le proprie esperienze è pressante.
L’adolescenza fornisce un contributo essenziale e peculiare alla strutturazione della vita psicologica.
La caratteristica di base dell’adolescenza è il cosiddetto “breakdown evolutivo” cioè, una frattura nel corso dello sviluppo dovuta all’impatto della pubertà sull’equilibrio delle strutture psichiche, che compromette l’instaurarsi dell’identità sessuale dell’individuo.
La manifestazione probabilmente più evidente di questa rottura è da ricercarsi nei comportamenti aggressivi nei confronti dei genitori, nella grande sensazione di disagio che i ragazzi adolescenti manifestano.
Nella teoria di Erikson l’adolescenza corrisponde allo stadio di crisi dell’identità la cui soluzione sta nell’abbandonare l’identità fanciullesca e costruirne una nuova appropriata all’ingresso nell’età adulta. Una caratteristica importante dell’adolescenza è il conflitto con i genitori: non è rifiuto ma ribellione ai tentativi di controllo da parte dei genitori stessi.
All’allontanamento dai genitori, si contrappone un forte avvicinamento ai coetanei, che fornisce un valido sostegno emotivo e contribuisce alla rottura delle barriere tra i due sessi che si erano costruite e mantenute durante l’infanzia.
La lamentela più frequente negli adolescenti è quella di avere la sensazione continua di solitudine e isolamento e di percepire la natura effimera dei rapporti che instaurano con i coetanei. Inoltre è evidente, soprattutto osservando i fatti di cronaca degli ultimi tempi, che troppo spesso durante l’adolescenza si mettono in atto comportamenti pericolosi. Questo può essere dovuto a vari fattori: potrebbe essere un effetto collaterale dell’inizio precoce della pubertà e dell’ingresso tardivo nella società adulta; gli adolescenti assumono questi comportamenti non per unirsi al mondo degli adulti, ma per affermare la propria estraneità ad esso, poiché ai ragazzi interessa essere accettati dai coetanei e non dagli adulti. Il manifestarsi di comportamenti pericolosi potrebbe essere altrimenti volto a dimostrare da parte degli adolescenti il proprio coraggio e il proprio valore per avanzare di status.
In questo quadro psicologico, il processo terapeutico può porsi l’obiettivo di giungere alla possibilità di conferire realtà emotiva al fatto che l’adolescente cominci a cogliere, nelle proprie richieste e nelle proprie emozioni, l’angoscia relativa al raggiungimento della maturità e all’incapacità di gestirla adeguatamente. Inoltre il processo terapeutico non solo può rendere capace l’adolescente di mettere in discussione le soluzioni da lui prima adottate, ma gli può essere offerto una nuova speranza consentendogli di non sentirsi più solo con il suo disagio.
A volte basta poco perché un ragazzo o una ragazza trovino quella serenità che gli consenta di far fronte a problemi tanto banali quanto apparentemente irrisolvibili.
Essi si trovano ad attraversare quella fase di transizione in cui sono piccoli per certe cose e grandi per altre; in cui si chiede loro di comportarsi da adulti, ma di non avere la pretesa di esserlo; in cui vorrebbero “spaccare il mondo” e gli viene impedito di farlo.
Hanno in mente progetti, aspirazioni, illusioni che non sanno se e come riusciranno a realizzare. Vorrebbero gridare al mondo intero la loro bravura e mostrare a tutti l’orgoglio di saper dare tanto, in cui vorrebbero mostrare la loro peculiare unicità,ma temono di essere derisi, sottovalutati o emarginati.
Dunque bisogna dare a questi giovani adulti le chiavi che aprono le porte dell’età adulta vera e propria, aiutarli a credere in se stessi e a non dubitare mai del proprio valore.
Gli obiettivi da perseguire nel lavoro con un adolescente possono pertanto essere i seguenti: conoscere ed amare sé stessi, gli altri ed il proprio corpo; acquisire consapevolezza rispetto al proprio ruolo nei diversi contesti come scuola, famiglia, gruppo dei coetanei; imparare a dare fiducia e prendere coscienza delle proprie possibilità e dei propri limiti; imparare a gestire i conflitti tipici dell’adolescenza; stimolare l’autostima e far emergere i problemi nascosti elaborandoli in modo razionale.