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Relazioni autistiche
Sguardi

Quest’articolo vuole differenziarsi un po’ dai consueti articoli più “tecnici”.

Parlare di autismo a livello tecnico lo si può fare in mille modi e online o in libreria si trovano tantissime informazioni, dalla diagnosi alle terapie più efficaci, fino al mare magnum di teorie nate intorno al tema.

Ma vorrei scrivere di autismo e relazione. Da qui il titolo un po’ provocatorio…

Che può sembrare un ossimoro per i luoghi comuni che girano intorno all’autismo… Ma chi conosce davvero l’autismo, chi conosce bambini o ragazzi o adulti autistici sa che un ossimoro non è.

Personalmente nel mio percorso professionale ho avuto la fortuna di conoscere bambini autistici, prenderli in carico e starci in relazione: sì, perché è questo che fa la differenza in un rapporto di qualsiasi tipo, stare in relazione oppure no.

Stare in relazione significa permettere che mi possa “nutrire” dell’altro, che possa sentirmi sufficientemente sicuro di affidarmi all’altro, che possa dire ciò che penso perché l’altro, anche se non d’accordo, me lo dirà e c’è uno spazio per parlarne.

La relazione è cosa alquanto complessa: parole, sguardi, abbracci, schiene voltate, sorrisi… Tutto questo è comunicazione. Come Watzlawick ci ha insegnato, “Non si può non comunicare”. Se però ci limitiamo a pensare che non c’è comunicazione bensì solo chiusura relazionale… Beh, difficile andare oltre! E’ partendo dai dettagli (proprio come funziona la mente autistica!) che si può iniziare a capire come poter comunicare, non limitandosi a letture superficiali.

In questi anni di relazione con questi bambini ho avuto modo di scoprire un tesoro, ognuno di loro ha avuto (e ha) da insegnarmi qualcosa, basta solo non limitarsi a vedere sguardi sfuggenti o modalità di gioco particolari piuttosto che ecolalie… Essere autistico è tanto altro, ma sta a noi prendere per mano quel bambino/ragazzo ed aiutarlo nell’andare oltre… L’immagine che ho è un po’ quella di un fiore che deve sbocciare, ti chiedi se mai lo farà o se il ghiaccio dell’inverno lo gelerà, ma poi ti rendi conto che quel bocciolo comincia ad aprirsi, sempre di più… E quando è aperto cerca il sole incessantemente, si nutre di sole e non vuole farne a meno.

Non voglio dilungarmi oltre, credo che il video seguente sia molto più eloquente di altre mille mie parole. Temple Grandin ci fa un regalo immenso (per chi fosse interessato consiglio la visione del film che è segnalato nella sezione “ti consigliamo”: https://www.studiocon-te.it/temple-grandin-una-donna-straordinaria/), che è quello di “spiegarci” il modo di vedere, sentire e pensare di una persona autistica. E, improvvisamente, tutto ci appare meno “strano”…

Dott.ssa Moira Picchi

http://video-subtitle.tedcdn.com/talk/podcast/2010/None/TempleGrandin_2010-480p-it.mp4

 

 

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